Salute


Dimagrire con la dieta proteica

La dieta proteica è un tipo di alimentazione a basso contenuto di carboidrati, ed si rivela sempre particolarmente indicata per chi desidera scendere peso più velocemente: attraverso la non assunzione di carboidrati, infatti, l’organismo dimagrisce e si asciuga più facilmente e in minor tempo rispetto a un regime alimentare in cui sono ammessi carboidrati.

Come agisce la dieta proteica?

La dieta proteica è diventata in breve tempo il regime alimentare preferito degli sportivi e di intende eliminare il grasso in eccesso e risolvere il problema della ritenzione idrica: questa dieta, infatti, prevede pasti a base di proteine e a basso contenuto di carboidrati. Proprio per questo è uno dei pochi regimi alimentari che permette di mantenere la massa magra e sconfiggere quella grassa. Come funziona? In pratica assumendo solo proteine magre e una piccola percentuale di carboidrati buoni, il dimagrimento si ravvisa già nei primi cinque giorni di dieta e si continua a dimagrire in modo molto veloce proprio perché l’organismo perde i liquidi in eccesso di solito trattenuti dai tessuti e a cui contribuisce proprio un’eccessiva assunzione i carboidrati.

Nutrendo l’organismo solo di proteine, invece, è possibile mantenere la massa magra intatta e, anzi, l’assunzione stessa di proteine vegetali e animali aiutano ad aumentare la percentuale di massa magra e ciò significa che maggiore sarà la massa magra e maggiore si rivelerà la tendenza a bruciare di più. Importante è capire bene il quantitativo di proteine da assumere, che solo un professionista può di volta in volta stabilire a seconda del soggetto: per esempio, la quantità giornaliera di proteine per l’uomo è fissata a 56 grammi al giorno, mentre per la donna è ferma a 46 grammi. Altro appunto da sottolineare è sapere quali tipologie di proteine preferire.

Proteine per combattere l’adipe

Per chi desidera dimagrire in breve tempo, un regime alimentare ricco di proteine è l’ideale, ma a decidere il tipo di alimentazione adatta al proprio organismo dev’essere sempre il nutrizionista o il dietologo perché solo il professionista può poi prescrivere un’alimentazione proteica che dia il giusto fabbisogno calorico. Inoltre, solo il professionista può bilanciare tutti gli alimenti in modo da andare a stimolare il metabolismo.

L’accumulo di grassi, infatti, dipende dal lento del metabolismo per cui chi tende ad accumulare adipe è perché brucia poco, per cui con una dieta proteica è possibile da subito notare uno sgonfiamento e un dimagrimento in contemporanea con il cambiamento della propria alimentazione. In genere, ciò che in un’alimentazione proteica non manca mai è la carne, sia rossa che bianca, il pesce, sia magro che grasso, le uova, i formaggi magri e i prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi. Inutile sottolineare come il tutto debba essere condito da olio extravergine di oliva usato in poche quantità e che ogni giorno bisogna bere almeno due litri di acqua.


Le qualità curative e le proprietà benefiche dell’Olio di Argan

Fin dall’antichità l’olio di Argan è conosciuto come un vero e proprio toccasana per la salute del corpo umano: questo olio infatti, si è rivelato naturalmente ricco di principi attivi tanto da essere diventato in breve tempo l’alleato ideale per permettere al proprio organismo di mantenersi giovane e sano. Vediamo più nello specifico perché può essere prezioso l’uso dell’olio di Argan.

Quando può essere usato l’olio di Argan

Sono i suoi principi nutritivi a rendere olio di Argan così prezioso e farlo diventare il rimedio ideale e il più naturale per mantenere sempre in forma e sani pelle, unghie, capelli, viso e corpo. L’olio di Argan, infatti, si è rivelato il più grande alleato per garantire la salute e il benessere del proprio corpo in quanto rappresenta una vera e propria panacea contro tutti i mali perché possiede acidi grassi essenziali come gli Omega 6 e la vitamina E, che rappresenta una fonte preziosa di nutrienti e un naturale anti-age per viso e corpo. Infatti, oggi questo olio lo ritroviamo frequentemente come ingrediente di diverse creme e gel estetici, ma anche come ingrediente di integratori alimentari.

Noto soprattutto per le sue qualità dermatologiche, olio argan riesce a essere subito assorbito dalla pelle talmente tanto da non lasciar viso e corpo unti come fanno altri prodotti cosmetici, ma lasciando il corpo particolarmente morbido e liscio. Per questa sua azione sulla pelle viene usato non solo come efficace rimedio contro l’invecchiamento cutaneo ma anche come un valido aiuto contro i radicali liberi, ovvero le principali cause che provocano l’invecchiamento cutaneo di viso, collo e mani. L’olio di Argan, inoltre, si è rivelato anche molto prezioso per contrastare la fragilità delle unghie tanto che il suo uso costante consente di rinforzarle e proteggerle rendendole sane e forti. Si tratta di un’azione protettiva e rinforzante da sfruttare per donare forza e lucentezza anche a capelli secchi e sfibrati.

L’azione dei trattamenti per il corpo a base di olio di Argan

L’olio di Argan si è rivelato molto prezioso per il corpo umano grazie all’efficacia dei suoi principi nutritivi: i tocoferoli della vitamina E, per esempio, ricoprono un ruolo importante nella prevenzione dei primi segni dell’età, mentre la presenza di squalene, un idrocarburo precursore dell’ormone anti-età, riesce a normalizzare la desquamazione della cute e a proteggere i capillari.

Proprio per questi suoi principi nutritivi, olio di Argan rappresenta anche un ottimo rimedio per la pelle psorica dato che può ridurne sia la desquamazione che la conseguente sensazione di prurito. Utile la sua azione anche per ammorbidire e idratare la pelle dopo la doccia, per donare elasticità al seno, o ancora per rilassare i muscoli durante massaggi decontratturanti.


Aloe vera: la panacea del corpo umano

Usata fin dall’antichità come una sorta di erba medica e panacea per diversi malesseri dell’organismo, oggi l’aloe vera è tornata in auge grazie alle sue indiscusse proprietà terapeutiche.

Come l’aloe vera contribuisce al benessere dell’organismo

Dall’antichità a oggi, l’aloe vera rappresenta un valido aiuto per coadiuvare le diverse funzioni fisiologiche dell’organismo, per questo negli ultimi anni diverse sono stati gli usi dell’aloe dato che permette di conferire forza e vigore alle funzioni principali dell’organismo. Forse non tutti sanno che l’aloe è un tipo di pianta che possiede le più elevate proprietà curative, per questo i suoi benefici sono riconosciuti da secoli e viene fatta riprodurre anche in aree climatiche dove di solito non cresce per poterne avere in quantità e sfruttare i suoi principi all’interno di prodotti cosmetici ed erboristici nonché integratori alimentari che aiutano a coadiuvare le diverse funzionalità del nostro corpo. L’aloe vera infatti, si può trovare sotto forma di gel che viene estratto direttamente dalle foglie della pianta dalle elevate caratteristiche organolettiche, e sotto forma di compresse.

Il gel di aloe rappresenta un perfetto toccasana per muscoli e articolazioni, perché riesce a combattere gli stati infiammatori e le aggressioni virali, allevia bruciori e pruriti nonché funge quale perfetto idratante naturale per la pelle estremamente secca, per queste sue qualità è particolarmente indicato per le pelli psoriasiche. Proprio grazie a tali benefici, proprietà aloe vera contribuiscono a rinforzare il sistema immunitario perché ricca di antiossidanti che contrastano i radicali liberi, rappresenta un ottimo detossinante naturale pieno di vitamine e minerali, e la sua assunzione può essere preziosa anche nei casi di reflusso esofageo, bruciore di stomaco e sindrome del colon irritabile, oltre a rappresentare un valido coadiuvante delle diete ipocaloriche per il controllo del peso corporeo.

Come assumere l’aloe vera

Il succo di aloe vera si è rivelato particolarmente indicato a essere assunto da pazienti che soffrono di coliti, gastriti, ulcere, ma dev’essere il succo privo di aloina, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione sintomatica. Il succo estratto dalla pianta di aloe, inoltre, possiede innumerevoli proprietà immunostimolanti: può contribuire ad allievare sintomi causati da accumulo di stress e stanchezza e aiuta l’organismo ad attraversare i periodi in cui risulta essere più provato e affaticato stimolandone le naturali difese immunitarie e preparandolo contro l’attacco di virus e batteri.

L’aloe è molto usata anche perché contribuisce a debellare particolari tipologie di virus, batteri e funghi, per cui assumerne il succo può risultare la soluzione ideale contro la presenza di eventuali infezioni.


Il sangue che fa ringiovanire

Potrebbe sembrare un moderno film di vampiri, ma la trasfusione di sangue giovane può avere l’effetto di ringiovanire il cervello, secondo i ricercatori.

L’esperimento sui topi

O perlomeno, può farlo nei roditori: uno studio della Stanford University School of Medicine ha scoperto che qualcosa nel sangue delle giovani cavie è in grado di ripristinare le capacità cerebrali di esemplari più anziani. Nell’arco di tre settimane, gli scienziati hanno iniettato per otto volte in cavie di 18 mesi il plasma prelevato da animali di soli tre mesi, e poi hanno sottoposto gli esemplari anziani a un set di esperimenti per misurare la loro memoria spaziale. Le cavie hanno avuto risultati decisamente migliori nei test dopo aver ricevuto il sangue giovane.

Con infusione di sangue prelevato da cavie anziane invece non si sono registrati miglioramenti. È come se i cervelli più vecchi si fossero ricaricati con il sangue giovane? Secondo il ricercatore Tony Wyss-Coray. Nel sangue delle giovani cavie ci sono fattori in grado di far funzionare meglio il cervello di un topoanziano. I ricercatori stanno lavorando sodo per capire quali siano questi fattori e in quali tessuti siano presenti. Il gruppo ha scoperto che nell’ippocampo dei topi anziani si formano nuove connessioni, che nel gruppo di controllo sono assenti.

Tutto inizia nell’ippocampo

L’ippocampo è una zona del cervello che gioca un ruolo determinante nella memoria, in particolare nel riconoscimento dei percorsi spaziali. È una zona molto sensibile all’invecchiamento, e con gli anni mostra un declino naturale. In particolari condizioni, ad esempio in presenza della malattia di Alzheimer, questo declino è accelerato fino a rendere impossibile la formazione di nuovi ricordi. Sappiamo che quando topi e persone invecchiano, nell’ippocampo ci sono cambiamenti peggiorativi, secondo lo studioso Wyss-Coray. Fa parte dell’invecchiamento naturale, tutti andiamo in quella direzione.

Non è ancora chiaro se la trasfusione avrebbe lo stesso effetto negli esseri umani, ma i ricercatori sperano di iniziare un trial clinico al più presto. Questo studio segue ricerche precedenti dello stesso gruppo che suggerivano che certi fattori del sangue giocassero un ruolo del declino cognitivo legato all’età. I risultati sono molto interessanti, ma bisogna aspettare che vengano confermati da altri laboratori indipendenti per essere certi del loro valore. E’ importante chiarire che la demenza – che descrive i sintomi di malattie come l’Alzheimer – e il declino cognitivo legato all’età non sono la stessa cosa, e che la demenza non è una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento. Lo studio è rivolto al declino legato all’età,, e questi risultati potrebbero aprire nuove strade per capire i processi responsabili di alcuni problemi di memoria che si presentano nella vecchiaia.


Come si esegue un’angioplastica?

Il cuore pompa sangue ricco di ossigeno verso i tessuti dell’organismo: ma anche il cuore é fatto di tessuto muscolare e necessita di ossigeno. Le arterie coronarie sono piccoli vasi che decorrono sulla superficie cardiaca e svolgono perfettamente questo compito, in perfetta sincronia coni battiti del cuore.

Perchè le arterie si ostruiscono?

Tuttavia, possono ostruirsi: lo scarso esercizio fisico, intimo, cattive abitudini alimentari e un assetto genetico sfavorevole determinano la formazione di placche lipidiche, dette ateromi, che ostruiscono queste importanti arterie. Quando al cuore è richiesto uno sforzo supplementare, per esempio durante l’esercizio fisico, il ridotto apporto sanguigno non garantisce ossigeno a sufficienza. Questo viene percepito come dolore (angina), un allarme preventivo che segnala il rischio di necrosi del tessuto cardiaco. In passato, l’unica cura era la chirurgia tradizionale: tuttavia, si tratta dl una procedura che presenta dei rischi.Oggi, disponiamo anche dell’angioplastica.

Attraverso un’arteriola a livello dell’inguine o del polso del paziente, il medico inserisce un filo guida direttamente nelle arterie coronarie cardiache. Vista la complessità della manovra, questa viene effettuata sotto controllo radiografico in tempo reale, per raggiungere esattamente il punto desiderato. Successivamente, viene fatto scorrere sopra il filo un sottilissimo tubicino flessibile (il catetere).

L’operazione di angioplastica

Nelle arterie si inietta un colorante attraverso il catetere, cavo) per localizzare con precisione l’ostruzione. Poi, vengono espansi dei minuscoli palloncini, fissati all’estremità dei lunghi cateteri, in corrispondenza del punto esatto del blocco. In alcuni casi, questa procedura è sufficiente. In altri, invece, per impedire all’arteria di richiudersi è necessario collocare nell’area interessata uno stent: si tratta di una miniprotesi intelligente, che può anche rilasciare farmaci anti-occlusivi. Infine, si esegue una radiografia di controllo per completare la procedura di angloplastica. Tecniche simili possono essere attuate per risolvere ostruzioni agitarti inferiori.

Il principio è il medesimo, ma indipendentemente dalla sede, è fondamentale una mano ferma e un chirurgo in grado di prendere decisioni rapide,sulla base di un quadro reale tridimensionale elaborato a partire dal le immagini visibili, bidimensionali e in bianco e nero. Il catetere a palloncino è uno dei dispositivi fondamentali per la chirurgia di angioplastica. Una volta inserito il filo guida, il catetere viene fatto scorrere su esso fino alla posizione corretta. Attraverso il catetere, cavo, possono essere iniettati speciali coloranti visibili al controllo radiografico per confermarne la posizione e poi individuare l’ostruzione. All’estremità del catetere viene fissato un palloncino, e si utilizza acqua per espanderlo in remoto dall’esterno, fino a raggiungere un preciso valore di pressione.